Il pancotto con le patate è un piatto che racchiude la saggezza e la semplicità della cucina contadina pugliese. Nato dalla necessità di utilizzare gli avanzi e di nutrirsi in modo economico ma sostanzioso, questo piatto ha attraversato i secoli mantenendo intatta la sua essenza di conforto e nutrimento.
La cucina quaresimale pugliese: semplicità, tradizione e sacrificio
La Quaresima è un periodo di riflessione, e la cucina pugliese ha sempre rispettato questa tradizione con piatti semplici ma ricchi di storia. Il "mangiare di magro" esclude la carne, ma valorizza legumi, verdure, pane raffermo, pasta e pesce, con ricette tramandate di generazione in generazione.
Un tempo, nelle case contadine, i pasti erano un rituale di essenzialità: si usavano ingredienti poveri, ma sapientemente combinati per creare piatti nutrienti. Il venerdì era il giorno più rigoroso, con pasti a base di legumi e verdure, mentre la domenica si concedeva qualcosa di più sostanzioso, come pasta con ricotta o pesce. In alcune famiglie, i più devoti sceglievano di rinunciare anche ai dolci, ma in altre si preparavano i quaresimali, biscotti semplici senza grassi animali.
I piatti della Quaresima in Puglia
Piatti a base di legumi e verdure
- Fave e cicoria – Piatto simbolo della tradizione povera pugliese, con crema di fave e cicoria amarognola.
- Pancotto con verdure selvatiche – Pane raffermo ammorbidito e insaporito con erbe di stagione.
- Ciceri e tria – Pasta e ceci piatto semplice e delizioso.
- Minestra di verdure e legumi – Una zuppa calda e nutriente con ceci, fagioli o cicerchie.
- Frittata di cipolle – Morbida e saporita, perfetta per accompagnare il pane casereccio.
- Frittata di lampascioni – Dal sapore amarognolo, tipica della primavera.
- Frittata di asparagi selvatici: - Dal sapore primaverle unico e ricco di sapore.
- Verdure maritate con uova - Piatto ricco dal sapore antico.
- Cascigno verdura con le uova - Piatto contadino semplice e genuino.
Piatti a base di pane, pasta e patate
- Friselle con pomodoro e olio – Pane biscottato inzuppato e condito con pomodori invernali, olio e origano.
- Pasta e ricotta – Cremosa e delicata, condita con pepe e un filo d’olio extravergine.
- Pasta e patate – Piatto povero ma sostanzioso, con pomodoro o in bianco.
- Orecchiette con cime di rapa – Piatto iconico pugliese, spesso senza acciughe durante la Quaresima.
- Bietole e pasta - Unione di sapori semplici e gustosi Pasta con la catalogna - Piatto gustoso e nutriente con retrogusto amarognolo e dolcezza dell'olio di oliva.
- Verza stufata e cavatelli con la verza - Sapori semplici che emozionano al primo assaggio.
Piatti a base di pesce (nei giorni consentiti)
- Baccalà con patate – Il pesce più usato nei giorni di magro, cotto con aromi e olio extravergine.
- Polpo alla pignata – Cotto lentamente con pomodoro e alloro in una pentola di terracotta.
- Seppie ripiene alla brindisina – Farcite con pane raffermo, erbe e spezie, poi cotte in umido.
Dolci quaresimali (se concessi)
- Quaresimali pugliesi – Biscotti semplici senza grassi animali, spesso aromatizzati con mandorle e spezie.
- Taralli dolci al vino – Senza burro né latte, perfetti per chi segue una Quaresima più rigorosa.
Curiosità
Un tempo, nelle famiglie pugliesi, il cibo della Quaresima era un modo per purificarsi e riscoprire la semplicità. Le uova e il pesce erano concessi solo in alcuni giorni, mentre il pane, i legumi e le verdure erano la base dell’alimentazione quotidiana.
La Quaresima in Puglia è un viaggio nella cucina povera, dove ogni piatto racconta una storia di sacrificio, ma anche di ingegno e tradizione.
La Settimana Santa in Puglia: riti, tradizione e digiuno
La Settimana Santa in Puglia è uno dei momenti più sentiti dell’anno, caratterizzato da riti solenni e antiche tradizioni che accompagnano il periodo di preghiera, digiuno e riflessione. Se la Quaresima rappresenta un tempo di preparazione spirituale, gli ultimi giorni prima della Pasqua intensificano il senso di sacrificio e devozione popolare.
Tra i riti più suggestivi della Settimana Santa in Puglia troviamo:
- Le Fracchie di San Marco in Lamis → Un antico rito che si svolge il Venerdì Santo, in cui grandi torce di legno vengono incendiate e portate in processione per illuminare il cammino della Madonna Addolorata.
- Il rito del Terremoto nella chiesa di Sant'Orsola a San Giovanni Rotondo → Si svolge durante la celebrazione dei Sepolcri, rievocando il momento della morte di Cristo. Durante il rito, un particolare effetto sonoro simula il terremoto narrato nei Vangeli, intensificando il senso di partecipazione e riflessione dei fedeli.
Durante la Settimana Santa, il digiuno si fa ancora più rigoroso, rievocando le antiche usanze di penitenza e raccoglimento che hanno sempre caratterizzato la Puglia.
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La verza, regina d’inverno in Puglia, è un ortaggio versatile e largamente consumato. Con le sue foglie rugose e il sapore dolce, arricchisce le ricette tradizionali con gusto e nutrienti preziosi.
Un prodotto italiano per eccellenza
Le cime di rapa sono un ortaggio fondamentale per la cucina italiana, apprezzato soprattutto nel Sud e in particolare in Puglia, che da sola produce quasi un terzo del raccolto nazionale. Qui, le cime di rapa sono una coltura agricola tipica. Questo prodotto, infatti, è riconosciuto come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT), una certificazione che tutela le colture legate alla storia e alla cultura italiana. Nel Sud, oltre alla Puglia, sono molto apprezzate in Campania, dove si trovano i friarielli, una varietà simile.
Le cime di rapa appartengono alla famiglia Botanica delle Brassicaceae (o Crucifere), come cavoli, broccoli e rape, e si distinguono per le loro foglie verdi e le infiorescenze tenere e saporite.
Orti invernali: la cultura contadina dalla semina a spaglio
La varietà e la stagionalità: da settembre ad aprile
- Varietà precoci: si seminano alla fine dell'estate, per una raccolta in autunno e sono ideali per chi desidera gustare le cime di rape nei primi mesi freddi.
- Varietà di medio periodo: vengono seminate tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, con raccolta in inverno, garantendo una produzione abbondante e continua.
- Varietà tardive: queste si seminano in autunno inoltrato e vengono raccolte in primavera, assicurando un raccolto tardivo e prolungato.
Il nome e le caratteristiche botaniche
Un superfood dai numerosi benefici
Come pulire e cucinare le cime di rapa
Idee per ricette con le cime di di rapa
Tra gli ingredienti simbolo della cucina pugliese, l’aglio intrecciato ha un ruolo speciale, affiancando i pomodori appesi e le conserve fatte in casa. Ogni treccia d’aglio è un pezzo di storia, che porta con sé i sapori semplici della nostra cultura gastronomica.
L'aglio coltivato (Allium sativum) è una pianta bulbosa dalle origini asiatiche, conosciuta e apprezzata già nell'antico Egitto. Esistono anche varietà di aglio selvatico, come l'aglio orsino (Allium ursinum), che cresce spontaneamente ed è generalmente più piccolo rispetto all'aglio coltivato. Con il suo aroma e odore molto pungente di zolfo, l’aglio ha trovato un posto d'onore insostituibile in cucina: aggiunge carattere a molte pietanze ed è apprezzato come ottimo rimedio naturale.
Nelle terre arse dal sole, dove il mare si infrange sulle scogliere e la campagna si distende a perdita d'occhio fino al Tavoliere delle Puglie, la Pasqua si tinge dei colori vivaci, di profumi e sapori delle verdure selvatiche.
Nei supermercati, il reparto verdura offre una scelta limitata. Le solite 10, massimo 12 verdure, sempre le stesse, allineate sugli scaffali tutte pulite e ordinate. Verdure trattate, concimate, tutte luminose e piene di colore rese quasi artificiali nel loro stesso splendore. Il nostro corpo, si sta abituando a mangiare sempre le stesse cose, si sta quasi disabituando a sapori più autentici, a quell' esplosione di gusto e vitalità che solo le verdure selvatiche possono regalare.
Personalmente mi ritengo fortunata vivo in un piccolo paese ai piedi del Gargano, e nei mercatini, nei rioni, nei paesini vicini è ancora possibile trovare una varietà di erbe spontanee. La raccolta delle erbe selvatiche del Gargano è un'arte antica, tramandata di generazione in generazione. Conoscono bene quest'arte i contadini e i "terrazzani", contadini senza terra, dei paesi più poveri dell'entroterra garganico: Cagnano, Carpino, Lesina ecc. Ogni settimana, questi contadini caricano sui loro "Ape car" i tesori della terra e si recano nei paesi limitrofi per venderli. Ogni verdura ha il suo sapore unico, le sue proprietà benefiche e la sua storia da raccontare. Questa è la mia Puglia! Sì la mia Puglia!
Basta passeggiare nella campagna pugliese, fare pochi passi in pianura, in località "Matine o "Costarelle" per trovare asparagi selvatici, che si trovavano spesso vicino alla sparacina, il cascigno, detto Crispino spinoso, la senape, il tarassaco, la malva, camomilla, la cicoria selvatica, la borraggine, la senape, cardoncelli, la misticanza e le verdure miste per il pancotto. Le verdure selvatiche non sono solo cibo, ma sono un pezzo della nostra storia, della nostra cultura, della nostra identità. Sono un ponte tra il passato e il futuro, un invito a riscoprire un ritmo di vita più sano e sostenibile.
Ah!, dimenticavo alla raccolta delle verdure non dobbiamo dimenticare la raccolta dei lampascioni selvatici, bulbi dal sapore amarognolo, "amar come nu velen", che si cucinano con l'agnello durante le festività pasquali.
Per concludere in bellezza questo elogio alle verdure selvatiche, vi lascio la ricetta dei cardoncelli con le uova e del cascino con le uova, due piatti tipici della Pasqua pugliese che racchiudono i sapori autentici della nostra terra. Quindi, questa Pasqua, imbocchiamo i sentieri della memoria.
Una pianta spontanea che racconta la Puglia